GIUSEPPINA NICOLI
Figlia della Carità
di S. Vincenzo De Paoli
DECRETO SULLE VIRTU’
«Desidero essere tutta del Signore !»
Questo impegno che la Serva di Dio Giuseppina Nicoli ancor giovane si propose, rimase la ragione di tutta la sua vita. Ella veramente di consacrò tutta al Signore, e convinta che «l’amore del prossimo è la misura dell’amore di Dio» come amava ripetere, diede testimonianza dell’amore di Cristo per i poveri, gli analfabeti, gli indigenti, le cui sofferenze sollevava conducendoli sulle vie del Signore.
Nacque in Casatisma (Pavia), diocesi di Tortona, il 18 novembre 1863. Ricevette in famiglia l’educazione cristiana. Trasferitasi con i suoi nel Comune di Iria, frequentò la Scuola delle Suore di S. Agostino; poi studiò nelle scuole superiori, conseguendo il diploma di maestra. Insegnava gratuitamente ai ragazzi poveri, pregava costantemente e ogni giorno si nutriva del cibo eucaristico.
Maturò quindi la vocazione alla vita consacrata e, con il consiglio del suo direttore spirituale il sacerdote Giacomo Prinetti (1844-1908), fratello del Ven Servo di Dio Felice, nel 1883 entrò nella Compagnia delle Figlie della Carità di S. Vincenzo De Paoli. L’anno seguente iniziò il noviziato, vestendo l’abito religioso, Nel 1885 fu inviata a Cagliari per insegnare nell’Istituto della Provvidenza. Nello stesso tempo faceva la catechesi a giovani, studenti, operai e poveri. L’anno 1888 fece i voti temporanei. Nel 1899 fu nominata superiora dell’orfanatrofio della città di Sassari; lì pure esplicò un’ampia opera di evangelizzazione, soprattutto a favore degli adolescenti; escogitò moltissime iniziative di formazione umana e cristiana per i giovani; si impegnò inoltre nelle opere di carità verso gli indigenti, gli ammalati e i carcerati.
Nel 1910 si recò a Torino, ove esercitò l’ufficio di Economa della sua Provincia religiosa e poi quello di Direttrice del Noviziato. Rifulse per bontà, prudenza e saggezza, ricevendo la stima di tutti. Nel 1913 di nuovo fu destinata all’orfanatrofio di Sassari, dove dovette incontrare alcune gravi difficoltà e addirittura sopportare delle calunnie. Anche se tormentata da angustie ed offese, non si scoraggiò e continuò ad operare per la gloria di Dio. Nel 1914 fu chiamata a coprire l’ufficio di superiora all’Asilo della Marina. Fondò la scuola per l’insegnamento della religione alle giovani; promosse il primo gruppo giovanile italiano delle “Dame della Carità”, per venire incontro alle necessità materiali e spirituali dei poveri e dei malati; si dedicò alla cura dei giovani scrofolosi; inoltre portò avanti molteplici iniziative, sostenuta dai gruppi laicali. Infatti era pienamente consapevole che l’impegno perché Dio venga conosciuto ed amato sia la suprema testimonianza della carità; e con la testimonianza della sua vita diede l’esempio di un’anima continuamente protesa verso il Creatore.
Spinta dal desiderio di raggiungere le vette della santità, coltivò la fede, la speranza e la carità e le altre virtù con gioioso e spirituale impegno. Nelle difficoltà si rafforzava nell’amore di Dio e delle anime, e camminava assiduamente verso la edificazione del Regno di Cristo e il bene del prossimo, in modo da indurre, con il suo comportamento umano e benevolo, a numerose conversioni. Osservò scrupolosamente i comandamenti di Dio, le leggi ecclesiastiche e le Regole del suo Istituto, preoccupata di evitare anche le piccole mancanze, per non offendere il Signore. Alimentò la sua vita spirituale sia con la preghiera che con la devozione verso l’Eucarestia, la Vergine Maria e i Santi.
Nell’espletamento dei suoi doveri si distinse per la prudenza e la giustizia. Veramente umile e distaccata da se stessa e dalle ricchezze terrene, non chiese per sé nessun privilegio; seguendo fedelmente le orme di Cristo povero, casto ed obbediente.
Nella seconda parte dell’anno 1924, la sua salute di giorno in giorno cominciò a declinare e dopo una breve malattia sopportata con mirabile e sereno coraggio, il 31 dicembre dello stesso anno passò verso il celeste Sposo.
Per la diffusa fama di santità, l'Arcivescovo di Cagliari iniziò la Causa di
beatificazione e canonizzazione, istruendo il Processo Ordinario degli anni
1930-1947, cui si aggiunsero i Processi Rogatoriali svolti a Sassari dal 1932
al 1947 e di Torino dal 1934 al 1947. La validità giuridica di tali Processi fu
riconosciuta dalla Congregazione delle Cause dei Santi con il Decreto del 27
sett. 1985. Preparata la Positio super
virtutibus, questa fu discussa e approvata all'unanimità dal Congresso dei
Teologi del 4 febbr. 2005.
I Padri Cardinali e Vescovi, nella sessione Ordinaria del 17 maggio 2005,
udita la relazione dell'Ecc.mo Mons. Ottorino Pietro Alberti, Arcievescovo
Emerito di Cagliari, Ponente della Causa, dichiararono che la Serva di Dio
ha esercitato in grado eroico le virtù teologali, cardinali e quelle annesse.
Avendo presentato al Santo Padre Benedetto XVI un'accurata relazione da parte
del sottoscritto Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi su questi
fatti, Sua Santità ha ratificato con il suo assenso i voti della Congregazione
dei Santi, e oggi ha dichiarato: Consta che la Serva di Dio Giuseppina Nicoli,
delle Figlie della Carità di S. Vincenzo De Paoli, ha esercitato le virtù della
fede, della speranza e della carità sia verso Dio, che verso il prossimo, e
inoltre le virtù cardinali della prudenza, giustizia, temperanza e fortezza e
le virtù loro annesse in grado eroico.
Il
Pontefice ha dato ordine che questo decreto sia pubblicato e conservato negli
atti della Congregazione delle Cause dei santi.
Dato a
Roma, il 28 aprile 2006
José Card.
Saraiva Martins
Prefetto
Eduardus Nowak
Arcivescovo Segretario