PREFAZIONE
di P. Robert Maloney C.M.

Alcuni anni fa stavo guidando con due amici verso i colli vicino Frascati.  Lì scoprimmo una graziosa chiesetta nascosta tra gli alberi. Decidemmo di    visitarla. Dentro, con mia grande sorpresa, scoprii una statua di S. Giustino De Jacobis. Mentre stavo spiegando ai miei amici chi era e che cosa aveva fatto lo    straordinario missionario, un Frate Cappuccino Etiopico mi si avvicinò da dietro e mi chiese, con molto entusiasmo: « Lei conosce il nostro santo? ». Restai colpito da queste parole: “nostro santo”. Era sicuramente così che S. Giustino avrebbe voluto essere ricordato. Nel suo discorso ai Cristiani di Adua, disse di se stesso: « Chi possiede questo cuore? Dio ed il popolo Cristiano di Abissinia... Voi siete adesso i miei amici, voi i parenti miei, voi i fratelli e le sorelle: voi il mio padre, voi la mia madre ».

Più di un secolo prima che la parola “inculturazione” divenisse popolare, Giustino fu un maestro di quest’arte. Più tardi nel discorso sopra citato egli disse ai suoi ascoltatori: « Se alcuno vi domanda: Chi è questo straniero? Rispondete: un Cristiano di Roma, che ama i Cristiani dell’Etiopia più dei suoi amici, più dei suoi       parenti, più dei suoi Fratelli, più della sua Madre, più del suo Padre: perché ha     lasciato gli amici, i parenti, i fratelli, ed il Padre e la Madre per venirci a vedere, per venirci a dichiarare il suo amore ».

Un seminarista Etiopico col quale vissi negli Stati Uniti fece a S. Giustino il più grande complimento. Egli mi disse che aveva conosciuto Giustino De Jacobis per più di 15 anni come giovane nella sua casa in Etiopia e come giovane seminarista lì. Ma fu solo dopo essere entrato all’università che egli venne a sapere che Giustino era un Italiano! Giustino fu così inculturato e così radicato nel cuore del popolo di Etiopia e di Eritrea che quel giovane aveva ingenuamente dato per scontato che era “uno di loro”.

Sono felice per la pubblicazione di questo secondo volume degli scritti di S. Giustino, che contiene tutte le sue lettere. Desidero esprimere la mia più  profonda gratitudine ai Padri Giuseppe Guerra e Vincenzo Lazzarini, come anche al Prof. Mario Guerra per aver resa possibile questa pubblicazione. Giustino è uno straordinario modello per i missionari. Le sue lettere sono piene di saggezza, di profonda carità pastorale, e di una straordinaria conoscenza e sensibilità verso il popolo che egli ha servito. Io spero che questo volume sia molto letto e molto studiato,  specialmente nella nostra Famiglia Vincenziana.

 

Robert P. Maloney C.M.

Superiore Generale

della Congregazione della Missione

di San Vincenzo de’ Paoli