BEATO
MARCO ANTONIO DURANDO
(1801-1880)
di
P. Luigi Chierotti, CM
Marco
Antonio nacque a Mondovì (Cuneo), il 22 maggio 1801, in una delle migliori
famiglie della città piemontese. La casa dei Durando si trovava a pochi passi
dal collegio dei Vincenziani e dalla loro bella chiesa, detta ancora oggi “della
Missione”, e vedremo quanto questa semplice vicinanza topografica
influì poi nella sua profonda crescita spirituale.
I
genitori, l’Avvocato Giuseppe Antonio e sua moglie, Angela Maria Margherita
Vinaj, furono rallegrati dalla nascita di ben otto figli (5 fratelli e 3
sorelle). Tutti furono educati nella pratica religiosa dalla piissima mamma,
mentre il babbo, vecchio liberale, laico ed agnostico, infuse le sue idee ai
tre maschi più grandi. Essi furono, infatti, protagonisti delle vicende
politiche e sociali di quegli anni, prendendo parte al movimento della
Massoneria, e furono esponenti di primo piano nella realizzazione del
“Risorgimento” italiano in campo laico contro la Chiesa, mentre i più religiosi
figli Marcantonio, insieme con l’ul-timo fratello e le sorelle, seguirono
decisamente un’altra strada.
Anche nella famiglia Durando, quindi, ci fu espressione
di quella che sembra essere una vera e propria componente “costante” del
Risorgimento, ovvero la divisione su opposti schieramenti di membri appartenenti
alla stessa famiglia illustre. Fu il dramma intestino di gran parte del clero
piemontese ed italiano, accusato ingiustamente di ostacolare l’unità d’Italia
così come era intesa nello schema proposto dal liberalismo. Basti citare come
illustri esempi di questi dissensi i fratelli Cavour, i D’Aze-glio, Faà di
Bruno e i tre Durando: Giovanni, ovvero il Generale che disobbedì al Papa,
Giacomo, che fu Generale, scrittore e Ministro, ed il meno noto Giuseppe Antonio,
causidico di provincia.
“Io sarò
missionario in Cina”
La radice
della vocazione al Sacerdozio del Beato va ricercata proprio nella passione
missionaria, che aveva contagiato gran parte del giovane clero piemontese in
quegli anni. La sua scelta fu facile ed ovvia. Proprio vicino a casa sua,
infatti, vi erano i Missionari di San Vincenzo, con un vasto campo di
apostolato in Cina. Marcantonio entrò così nella Congregazione della Missione.
Compì il
noviziato a Genova, gli studi teologici a Sarzana, emise i Voti perpetui a 18
anni e fu ordinato sacerdote il 12 giugno 1824. Per quanto riguarda le missioni
in Cina, a causa della sue precarie condizioni di salute, non parve opportuno
ai suoi Superiori concedergli il permesso di partire. Molto più saggio e
prudente apparve loro affidargli piuttosto le missioni popolari in patria. In
questo ministero profuse, addirittura con eccessivo slancio iniziale, tutta la
sua passione missionaria. Molti paesi del Piemonte lo accolsero come
predicatore, confessore e direttore spirituale di anime. Sempre equilibrato
tra lassismo e neogiansenismo, egli predicò anzitutto la misericordia di Dio.
Ma il suo pensiero
era fisso alle Missioni estere
Il Signore
gli diede modo di lavorare per questo scopo fin dai primi anni del suo
sacerdozio, sostenendo e diffondendo l’opera della Propagazione della Fede,
istituita a Lione nel 1822. Più tardi, divenuto Visitatore Provinciale dei
Vincenziani dell’Alta Italia, permise a tanti Confratelli di raggiungere le
missioni estere, senza preoccuparsi di sacrificare pur necessari
incarichi nella Provincia di Torino.
Ma l’Opera
regale fu senza dubbio l’istituzione del Collegio Brignole Sale per le
Missioni, inaugurato nel 1855 a Genova. La realizzazione del progetto fu
anzitutto merito suo, previo comunque l’accordo col Superiore Generale, Padre
Giovanni Battista Etienne per la parte della Comunità, e del Marchese Antonio
Brignole Sale per l’aspetto più squisitamente finanziario. In questo
senso, le lettere del Padre Durando dal 1851 al 1858 pubblicate nella rivista
di Cooperazione Vincenziana (numeri 111 -Luglio-Settembre e 112
-Ottobre-Dicembre 2005), non lasciano alcun dubbio sull’insostituibile
importanza della funzione di Padre Durando nelle operazioni di salvataggio
del-l’Opera, soprattutto dopo le leggi di Soppressione.
Il mondo
delle Suore e dei loro Poveri
Nominato
Superiore della Casa di Torino nel 1831 e poi Provinciale nel 1837, il Padre
Durando si vide piovere addosso numerosi e gravi impegni derivanti dagli importanti
incarichi. Nel suo nuovo ruolo era chiamato in primis alla difficile
riorganizzazione della Provincia, per difenderla dal laicismo imperante, puntando
soprattutto sulla valorizzazione delle nuove vocazioni.
Attraverso
l’esperienza diretta sul campo, ebbe presto modo di constatare la carenza, nel
tessuto sociale piemontese, di quelle “api laboriose”, come sono
definite le
Figlie della Carità, e delle opere
ad esse connesse, come le Dame della Carità e le Figlie di Maria.
Con
entusiasmo giovanile le invitò a lasciare la Francia alla volta di Torino. La
sua richiesta non tardò ad essere esaudita. Infatti, nel 1833 esse inaugurarono
la prima opera di assistenza in città, rivolta ai soldati infermi dell’ospedale
militare, suscitando l’entusiastica approvazione di Re Carlo Alberto, col
quale il Beato agì sempre in piena armonia di idee e di iniziative.
In pochi
anni le Suore Vincenziane si moltiplicarono di numero, ed insieme i loro
interventi assistenziali. Coadiuvate dalle Dame della Carità, realizzarono un
vera rete di centri di carità per i poveri della città. La mente direttrice e
lo spirito animoso di questo movimento furono, naturalmente, il Padre Durando
ed i suoi Missionari.
Con
coraggio singolare guidò le sue Suore ed i suoi Missionari anche in Crimea, per
assistere i soldati feriti
o ammalati
sui campi di battaglia. Il Piemonte e l’Italia intera furono molto riconoscenti
al Beato e alla Famiglia Vincenziana per questo gesto di amor patrio. Monsignor
Fransoni, Arcivescovo di Torino, affidò ai Missionari anche la direzione di
altre Comunità femminili come le Suore di Sant’Anna, le Cappuccine Clarisse di
Santa Chiara e il monastero delle Penitenti di Santa Maddalena della Marchesa
di Barolo.
Le Suore
Nazarene
Tuttavia,
l’Opera che meglio rappresenta l’entusiasmo e l’affetto del Beato per le
missioni è certamente costituita da quella delle Suore Nazarene, comunità,
fondata proprio dal Beato nel 1865, per molti aspetti particolare e addirittura
coraggiosa per la mentalità del tempo. Si pensi, infatti, che alle Suore
Nazarene era affidato anche l’in-carico di offrire assistenza agli ammalati a
domicilio, sia di giorno che di notte.
Prerogativa
fondamentale della comunità della Suore Nazarene risulta essere una spiritualità
che pone al centro Gesù Crocifisso, figura da riscoprire e servire
in ogni malato, negli orfani, nei tribolati e negli ultimi della società.
Uno
spirito religioso estremamente sentito e coinvolgente, che ha presto superato
i confini del loro operato e del loro territorio, per diffondersi anche
nelle lontane missioni del Madagascar, contagiando con il loro amore per chi
soffre anche le numerose vocazioni native: ed è bello vedere in questo un modo
attraverso il quale il Signore ha voluto ripagare questa piccola Comunità laboriosa
e fedele.
Morte e
glorificazione
Padre
Durando chiuse la sua ultima giornata laboriosa il 10 dicembre 1880 a 79 anni
di età. I suoi resti mortali sono tumulati nel piccolo santuario della Passione
a Torino, Chiesa della Visitazione, proprio nel luogo in cui si erano radunate
le prime Suore Nazarene.
La causa
di Beatificazione ha raggiunto il primo traguardo della
glorificazione il 20 ottobre 2002, quando il Papa Giovanni Paolo II lo ha
proclamato Beato. La sua vita esemplare e le sue opere lo collocano giustamente
nella schiera dei grandi Beati e Santi piemontesi del secolo XIX.